lunedì 23 aprile 2018

I bunker della Grande Guerra

Fonte: Storia in Network
Questa tipologia di bunker fu realizzata per resistere ai piccoli e medi calibri, furono costruiti in calcestruzzo con uno spessore minimo di 60 cm. Nelle foto scattate si possono vedere quelli di media grandezza rispetto alle tre tipologie esistenti in loco con postazioni circolari mono-arma, armate principalmente da una mitragliatrice, che si trovano su Monte Zai e Monte dell’Apa. mentre nella foto qui sotto su Monte dell’Apa si scorge l’osservatorio, utile a tenere sotto monitoraggio continuo l’intera area. 






I bunker situati su Monte Zai presentano danneggiamenti compiuti dal fuoco dell’artiglieria americana e forse anche da qualche carro armato.
A qualche chilometro di distanza, invece, sul Ponte Dirillo si trovano ancora oggi delle postazioni circolari chiamate in gergo “in barbetta”, anche se meno protette delle postazioni a cupola, le barbette con i ricoveri erano più facili da riprodurre in serie e si potevano facilmente mascherare all’osservazione aerea nemica.Eppure, nella piana di Gela, ebbero il coraggio di avanzare coi moschetti e qualche mitragliatrice contro il fuoco navale, aereo e di artiglieria campale. Ricordarli è un modo per fare memoria di questi caduti e di rendere loro un po’ di giustizia.






I bunker e le casematte, oggi, sono un museo a cielo aperto.
In questi luoghi si  trovano Lapide commemorativa dedicata ai militari anglo-americani che per ben due giorni dal 10 al 12 luglio del 1943 resistette alle forze Alleate tra Monte Zai e Monte dell’Apa. 


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