Come pianificato gli Alleati iniziarono le operazioni per
l’invasione della Sicilia con un nutrito lancio di truppe paracadutiste dietro
le linee difensive poste sulla costa.
Il loro compito era quello di impadronirsi dei principali nodi stradali posti nell’entroterra a ridosso delle difese costiere per impedire l’afflusso dei rinforzi verso la costa , ed occupare gli aeroporti posti nelle immediate vicinanze.
Il loro compito era quello di impadronirsi dei principali nodi stradali posti nell’entroterra a ridosso delle difese costiere per impedire l’afflusso dei rinforzi verso la costa , ed occupare gli aeroporti posti nelle immediate vicinanze.
Alle prime luci dell’alba del 10 luglio (ore 03.37) il Magg.
Rubellino comunicò che il nemico stava cercando di sbarcare sulla destra del
pontile di Gela.
I rangers dovettero battersi per conquistare ogni bunker ed
ogni trincea. Venne comunicato dal Maggiore Rubellino che il nemico era
riuscito a sbarcare e che vi erano infiltrazioni dal lato del belvedere di
Gela.
Infatti, sopraffatte le difese sulle spiagge,
alcuni plotoni di rangers avanzarono rapidamente nella città, dove si
accesero immediatamente aspri combattimenti.
Sul corso principale, un nucleo di Carabinieri che
vigilava sul centro della città (buona parte della città era stata
evacuata la mattina precedente) sorprese i rangers.
Iniziarono subito a sparare sui nemici, nel frattempo
sopraggiunsero
altri americani, ma a dare man forte ai
Carabinieri arrivarono alcuni giovani gelesi. Dopo circa due ore
di combattimenti i Carabinieri vennero circondati e quindi
sopraffatti, mentre i giovani gelesi accorsi in loro aiuto
riuscirono a rifugiarsi sul campanile della chiesa madre,
da dove continuarono a resistere lanciando bombe a mano.
Quando cominciò ad albeggiare, la resistenza si era di
molto affievolita, ma dal campanile della cattedrale e dal bunker
dell’arco di Porta Marina si continuava a sparare.
Numerosi furono i corpi dei nemici sulla
spiaggia.
Venne comunicato che il presidio di Gela è asserragliato e
circondato e che si combatte ancora dentro l’abitato; l’obiettivo era
stato raggiunto dalla parte dei rangers e che si dovevano affrontare gli
intrepidi uomini del gruppo mobile provenienti da Niscemi.
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